TERAMO – E in consiglio comunale, in piena emergenza sanitaria, entra… un cassonetto dei rifiuti. E’ quello che ha portato dentro l’aula del Parco della Scienza il consigliere di Italia Viva, Osvaldo Di Teodoro, all’apice di un infervorato intervento contro il regolamento dell’igiene urbana che la maggioranza ha portato in aula per la discussione e l’approvazione. Il gesto (di pessimo gusto per un tale consesso) non è stato gradito dalla gran parte dei consiglieri presenti e c’è stato anche chi ha invocato l’espulsione dall’aula del consigliere. Sta di fatto che l’episodio ha acceso ancor più i toni di una discussione che ha reso molto agitato il primo consiglio dopo il lockdown. Di Teodoro si era agitato nel suo intervento perchè a suo giudizio, le norme che regoleranno il conferimento dei rifiuti da parte dei ngozianti metterebbero in difficoltà la categoria, in un momento in cui invece andrebbero agevolati e aiutati nella ripresa delle attività. Il riferimento è all’obbligo per i titolari di utenze non domestiche (dunque negozi, supermercati, ristoranti) di gestire la pulizia dei cassonetti riservati a queste attività e di riporli dentro i loro locali: "Non tutti sono in grado di avere spazi e attrezzature – ha detto Di Teodoro -, ma soprattutto per organizzare gli spazi esterni dovranno affrontare ulteriori spese. Senza parlare poi dell’aspetto igienico sanitario e i rischi che comporta tenere dentro i negozi i cassonetti fino al conferimento, e come l’acqua reflua utilizzata per il lavaggio possa sporcare e inquinare".
Anche l’ex candidato sindaco del centrodestra e consigliere indipendente d’opposizione Giandonato Morra stavolta ha alzato la voce, lamentando la mancata convocazione alla riunione informale dei capigruppo che ieri sera ha discusso preliminarmente del documento. "La politica non si fa così – ha detto Morra -. Non convocare me significa non convocare la metà dei cittadini di Teramo".
Sia Morra dall’opposizione che Di Teodoro, con Italia Viva ancora sulla carta in maggioranza, hanno però puntato il dito sull’aspetto della città sporca e della poca attenzione della Teramo Ambiente al decoro: "La denuncia arriva dalla vostra stessa maggioranza, questa città è allo sbando, sembra una città bombardata, un Aleppo italiana… E’ sporca. Di queste cose dobbiamo occupearci, di queste cose si occupa l’amministrazione di una città e non di massimi sistemi con decine di ordini del giorno inutili: basta soprattutto con il ricatto dell’ultimatum, dove una cosa viene portata all’ultimo momento e va approvata per forza perché è urgente".